Indiscutibilmente, nella rigorosa osservazione del me stesso risulta sempre improrogabile e indifferibile fare una completa differenziazione logica in relazione agli avvenimenti esteriori della vita pratica e agli stati intimi della coscienza.
Abbiamo bisogno di sapere con urgenza dove ci troviamo in un dato momento, sia in relazione allo stato intimo della coscienza, che alla natura specifica dell’avvenimento esteriore
che ci sta accadendo.
La vita in sé stessa è una serie di avvenimenti che si sviluppano attraverso il tempo e lo spazio.
Qualcuno disse: “La vita è una catena di martiri che l’uomo porta aggrovigliata nell’anima.”
Ognuno è molto libero di pensare come vuole; io credo che agli effimeri piaceri di un istante fugace seguano sempre delusione e amarezza.
Ogni avvenimento ha un suo speciale sapore caratteristico e gli stati interiori sono allo stesso modo di diverse categorie; ciò è inconfutabile, irrefutabile.
Certamente il lavoro interiore su sé stessi si riferisce in modo enfatico ai diversi stati psicologici della coscienza.
Nessuno potrebbe negare che nella nostra interiorità portiamo un carico di molti errori e che esistono stati sbagliati.
Se davvero vogliamo cambiare realmente, dobbiamo con massima e urgenza indifferibile modificare radicalmente questi stati sbagliati della coscienza.
La modificazione assoluta degli stati sbagliati origina trasformazioni complete nel campo della vita pratica.
Quando uno lavora seriamente sugli stati sbagliati, è ovvio che gli eventi sgradevoli della vita non possono più ferirlo tanto facilmente…
Stiamo dicendo qualcosa che è possibile comprendere solamente vivendolo, sentendolo realmente nel terreno stesso dei fatti.
Chi non lavora su sé stesso è sempre vittima delle circostanze; è come un misero pezzo di legno tra le acque tormentose dell’oceano.
Gli avvenimenti mutano incessantemente nelle loro molteplici combinazioni; vengono uno dopo l’altro a ondate, sono influenze.
Certamente, esistono buoni e cattivi avvenimenti; alcuni eventi saranno migliori o peggiori di altri.
Modificare alcuni eventi è possibile; alterare risultati, modificare situazioni ecc., rientra certamente all’interno del numero delle possibilità.
Tuttavia, esistono situazioni che, di fatto, non possono essere modificate; in quest’ultimo caso devono essere accettate coscientemente, nonostante alcune risultino molto pericolose e perfino dolorose.
Indiscutibilmente, il dolore svanisce quando non ci identifichiamo con il problema che si è presentato…
Dobbiamo considerare la vita come una serie successiva di stati interiori; la storia autentica della nostra vita, in particolare, è formata da tutti questi stati.
Nel riesaminare la totalità della nostra esistenza, possiamo verificare da noi stessi in forma diretta che molte situazioni spiacevoli furono possibili a causa di stati interiori sbagliati.
Alessandro Magno, pur essendo stato sempre temperante per natura, si abbandonò per orgoglio a quegli eccessi che lo portarono alla morte.
Francesco I morì a causa di uno sporco e abominevole adulterio che la storia ricorda ancora molto bene.
Quando Marat fu assassinato da una monaca perversa, moriva di superbia e d’invidia, si credeva d’essere assolutamente giusto.
Senza dubbio, le dame del Parco dei Cervi esaurirono completamente la vitalità di quello spaventoso fornicatore chiamato Luigi XV.
Molte sono le persone che muoiono per ambizione, ira o gelosia; questo lo sanno molto bene gli psicologi.
Non appena la nostra volontà si rafforza irrevocabilmente in una tendenza assurda, noi ci trasformiamo in candidati per il mausoleo o cimitero.
Otello divenne un assassino a causa della gelosia e il carcere è pieno di sinceri in errore.
Psicologia Rivoluzionaria, capitolo VIII, “Stati sbagliati”.
Samael Aun Weor