L’estasi di Santa Cecilia, Raffaello Sanzio

L’estasi di Santa Cecilia

L’estasi di Santa Cecilia 850 480 V.M. Kwen Khan Khu

Carissimi/e amici/che,

mi permetto di inviarvi quest’opera artistica creata tra gli anni 1483  e 1520 dall’artista italiano e architetto chiamato Raffaello Sanzio. Il titolo che porta è…

… L’ESTASI DI SANTA CECILIA

Entrando nel nostro tema, cominceremo col dire che quest’opera si trova nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, in Italia.

Gli storici ci dicono quanto segue:

«Cecilia di Roma, più nota come Santa Cecilia, fu una nobile romana convertita al cristianesimo e martirizzata per la sua fede in una data non determinata, tra gli anni 180 e 350. È considerata patrona della musica sacra e in suo onore un importante movimento di rinnovamento della musica sacra della fine del secolo XIX ricevette il nome di cecilianesimo. I suoi attributi sono l’organo, il liuto e le rose.

Nel libro Martyrologium hieronymianum si menziona: “Appiâ viâ in eâdem urbe Româ natale et passio sánctæ Cecíliæ virginia”. ‘Nella Via Appia della città di Roma nacque e morí Santa Cecilia vergine’».

L’estasi di Santa Cecilia, Raffaello Sanzio
L’estasi di Santa Cecilia, Raffaello Sanzio

La pittura ci mostra Santa Cecilia, vestita con una bella veste dorata, mentre alza gli occhi al cielo e sostiene un organo tra le mani. L’organo fu uno strumento musicale molto venerato durante il Medio Evo e il Rinascimento poiché la musica che questo strumento emette è assai spirituale.

Alla sua destra c’è Giovanni Evangelista. Non dimentichiamo che Giovanni rappresenta il verbo rivelatore.

Poi vediamo un’aquila seduta su un libro chiuso, il che ci segnala che solamente per ispirazione divina si possono interpretare i libri sacri. Tale ispirazione è indicata dall’aquila.

Sul lato vediamo l’Apostolo San Paolo che si appoggia sulla spada, contemplando gli strumenti musicali che giacciono ai suoi piedi. Si nota che il violino è senza corde. Il violino con le corde spezzate allegorizza la musica profana, in quanto ne è un ingrediente fondamentale.

A sinistra vediamo Agostino d’Ippona con il suo bacolo (354-430), primo filosofo importante dell’era cristiana, vescovo di Ippona (città dell’attuale Algeria), durante gli ultimi anni dell’Impero romano.

Finalmente apprezziamo Maria Maddalena che sostiene un fiasco di alabastro. Il fatto che Maria Maddalena sia presente in questa rappresentazione pittorica è per indicarci che tutti gli integranti di quest’opera erano a conoscenza dell’arstrasmutatoria o del segreto che racchiude l’Arcano A.Z.F.

D’altra parte è bene segnalare che il semplice cinturone di Santa Cecilia fu un simbolo rinascimentale tradizionale della castità.

Nella parte superiore di questa rappresentazione artistica possiamo osservare angeli raffigurati come bambini, che sono l’ispirazione percepita da Santa Cecilia per elaborare i suoi canti sacri e le sue mistiche interpretazioni musicali.

Permettetemi di aggiungere ora per voi alcune frasi che meritano la nostra riflessione: 

«La tradizione religiosa è l’asse di diamante sul quale gira il nostro passato».
Bécquer

«Il vero dovere filiale consiste nel portare a termine con successo i lavori che non completarono i nostri genitori, e nel trasmettere le loro conquiste alla posterità».
Confucio

«La tradizione, meglio di tutti i trattati di cerimoniale e del codice delle usanze alla moda, indica la maniera di adattarsi a seconda delle circostanze. Solamente la tradizione non si acquisisce».
Rubén Darío

«I veri uomini progressisti sono quelli cha partono da un rispetto profondo del passato».
Renán

«La persona più facile da ingannare e tradire è sé stesso».
Lytton

CONDITIO SINE QUA NON.
‘Condizione senza la quale non è possibile niente’.

KWEN KHAN KHU