Il candelabro segreto, Prospettiva sulla magia

Il candelabro segreto

Il candelabro segreto 1770 1216 V.M. Kwen Khan Khu

Beneamati amici e amiche,

con grande piacere vi faccio arrivare la descrizione di quest’altra bella incisione che ha per titolo…

…IL CANDELABRO SEGRETO

Prima di tutto è necessario che sappiate che questa incisione fa parte dello stesso libro che fu chiamato Prospettiva sulla magia, scritto da Karl von Eckartshausen, che visse tra gli anni 1752 e 1803. Il tomo che contiene tale incisione fu editato per la prima volta nel 1792.

L’incisione è mostrata due volte, perché vi sono state introdotte delle varianti interessanti. Nella prima di esse osserviamo un enorme candelabro mostrato all’Adepto da un angelo che lo sta istruendo. Tale candelabro è fiancheggiato da due enormi rami di ulivo, e questo ci ricorda i due testimoni che, secondo le Sacre Scritture, stanno davanti al trono di Jehovah e vomitano olio bollente. Tali ulivi fanno riferimento ai canali Ida e Pingala che scorrono su entrambi i lati della nostra spina dorsale portando, precisamente, il nostro Mercurio Solforato verso il nostro cervello e, in generale, verso la nostra anatomia segreta.

Due angeli mostrano un pannello in cui ci viene segnalato il candelabro
Due angeli mostrano un pannello in cui ci viene segnalato il candelabro

Gnosticamente parlando, sappiamo che il candelabro simboleggia la nostra spina dorsale con le sue differenti nadi o canali, che le permettono di condurre la nostra tintura mercuriale verso dove abbiamo già indicato anteriormente.

Il candelabro ha i sette fuochi accesi e l’angelo istruttore sta istruendo l’Adepto sull’avanzamento del suo lavoro nell’arte trasmutatoria. Quei fuochi sono il prodotto degli incessanti lavori che la nostra Divina Madre (Stella Maris) realizza su di noi quando lavoriamo nel laboratorium oratorium del nostro corpo materiale o corpo fisico. Tale operazione andrà ripetuta negli altri veicoli atomici della nostra fisionomia occulta. 

Il candelabro è posato su quattro piccoli angeli (dei quali soltanto due visibili, in quanto gli altri due si trovano nella parte posteriore). Questi quattro angioletti rappresentano i quattro elementi essenzialmente necessari per portare a termine la GRANDE OPERA INTERIORE (ossia: acqua, fuoco, aria e terra).

È davvero un peccato che la religione ebraica, ai giorni nostri, disconosca questi misteri che fanno parte della tradizione dell’Antico Testamento. Ciò è dovuto alla cecità delle sue guide, così come pure succede con i ciechi guide di ciechi di altri religioni del nostro mondo. La Bibbia fu scritta in chiave affinché fosse compresa da quelli che conoscono il linguaggio segreto della simbologia metafisica.

Nella parte superiore del candelabro ci sono come due piccoli tubi corti che allegorizzano la sintesi dei due canali ai quali prima ci siamo riferiti con i nomi sanscriti di Ida e Pingala.

Nella seconda incisione, nuovamente due angeli mostrano un pannello nel quale ci viene segnalato il candelabro, che porta sui suoi bracci alcune lampade dalle quali fuoriescono degli stoppini che non sono accesi. In quella stessa immagine ora ci vengono nuovamente indicati, al centro del candelabro, i due rami di ulivo, e tra di essi un recipiente circolare, contenitore per l’acqua. Questo recipiente circolare non è altra cosa che la yoni femminile, poiché l’opera interiore è opera di due persone: l’uomo e la donna. Per questa stessa ragione, affinché lo capiamo bene, un anziano che fa le veci del maestro istruttore esibisce ancora una volta tale recipiente circolare.

Il compito che abbiamo di fronte consiste, certamente, nell’accendere il nostro candelabro, come ben ci dice la Gnosi, affinché possiamo entrare nel regno della luce. Le persone fredde, lunari, ignare di queste indicazioni, rimarranno sempre nelle speculazioni filosofiche e rinchiuse nei dogmi pietrificati delle religioni fallite. È qui che dobbiamo risolvere il nostro dilemma che ci parla di «ESSERE o NON ESSERE, questo è il problema», come ben enfatizzò l’insegne Shakespeare

Vi faccio giungere alcune frasi che meritano di essere riflettute:

«È indubbio che la vera devozione sia la fonte della tranquillità».
La Bruyére

«Il cielo favorisce sempre la giusta richiesta».
Cervantes

«La maggiore pietà è quella più segreta».
Sterne

BARBAM ET PALLIUM, PHILOSOPHUM NONDUM VIDEO.
‘Vedo una barba e un mantello, ma non vedo ancora un filosofo’.

KWEN KHAN KHU