Sulla scelta della grazia, Jacob Böhme

Sulla scelta della grazia

Sulla scelta della grazia 850 480 V.M. Kwen Khan Khu

Diletti/e amici/che,

Mi avvicino a voi per farvi giungere la spiegazione di questa bella incisione attribuita a Jacob Böhme, che fu realizzata come copertina per un trattato intitolato…

… SULLA SCELTA DELLA GRAZIA

Sulla scelta della grazia, Jacob Böhme

Quest’opera fu scritta nell’anno 1623 da tale mistico tedesco, e nell’incisione che la illustra possiamo osservare innumerevoli aspetti gnostici dottrinari che interessano tutti noi che cerchiamo di percorrere il sentiero dell’autorealizzazione.

Prima di tutto dobbiamo riferirci al titolo della nostra incisione, il quale, scritto in antico tedesco, recita così: GNADENWAHL, che va tradotto come ‘LA SCELTA DELLA GRAZIA’.

Ma a che cosa ci riferiamo quando trattiamo la questione dello STATO DI GRAZIA? Senza dubbio ci riferiamo alla ricerca della salvazione della nostra anima o dei valori che la riguardano, quello è trovarsi in stato di GRAZIA.

Detto ciò, passiamo ora a cercare di svelare i segreti che si trovano all’interno di quest’incisione meravigliosa.

Per prima cosa osserviamo a grandi lettere una parola ripetuta que appare verso il lato sinistro e verso il lato destro della nostra dimostrazione artistica. Tale parola non è altro che WILLE. Questa parola tradotta significa ‘VOLONTÀ’. Si intenda qui la VOLONTÀ DIVINA, la VOLONTÀ SUPREMA, ossia la VOLONTÀ DEL GRANDE ARCHITETTO DELL’UNIVERSO, come lo chiamerebbero i nostri FF. MASSONI.

Al di sotto di tale parola prima citata possiamo osservare un circolo che contiene dentro di sé due triangoli, uno con il vertice verso il basso e l’altro con il vertice verso l’alto. L’occhio che appare all’interno del triangolo che ha il vertice verso il basso è di carattere femminile e l’occhio che è introdotto nel triangolo il cui vertice è verso l’alto è maschile. Questa è la duplice costituzione del THEOMEGALOGOS, il che lo rende MACHILE-FEMMINILE. In quanto femminile è DIO-MADRE, la MULAPRAKRITI indù, e in quanto maschile viene a rappresentare gli ELOHIM manifestati, che hanno il compito di stimolare le anime durante il loro viaggio verso la manifestazione. Perciò l’occhio femminile emette radiazioni divine ma l’occhio maschile è circondato dal fuoco, poiché tale fuoco è l’INRI degli gnostici cristiani; tuttavia il fuoco dell’occhio femminile appartiene a un’altra ottava di funzionamento, poiché lavora nelle dimensioni superiori dello spazio.

Segnaliamo ora due parole anch’esse scritte in tedesco antico. Sono WOHL e WEHE. La prima significa ‘FELICITÀ’ e la seconda (Wehe) va tradotta come ‘AFFLIZIONE’.

Queste due parole succitate si trovano in delle semisfere. Una delle sfere è di color bianco (luminosa) e l’altra sfera è di colore scuro. Ciò significa che, sin dall’inizio della creazione, il benedetto THEOMEGALOGOS già ha previsto l’esistenza di due sfere d’azione, una delle quali bianca, rappresentativa delle anime che vogliono autorealizzarsi, e l’altra oscura per indicarci che il binomio BIANCO-NERO (luce-tenebre) perdurerà durante l’esistenza del GIORNO COSMICO o MAHA-MANVANTARA.

Si osservi che dal circolo che contiene i due triangoli ai quali ci siamo siamo già riferiti nelle righe precedenti spuntano due forti braccia. Queste braccia alludono alla presenza dell’ONNIPOTENTE che mantiene il controllo delle due correnti della creazione, come lo YIN e lo YANG del Taoismo.

Al di sotto del circolo che contiene i due triangoli appare, tra le due sfere (quella bianca e quella oscura) la parola FIAT. Questo vocabolo latino va tradotto come ‘SI FACCIA’. In questo caso si sta ordinando l’inizio della creazione, cioè che essa abbia luogo quando LA GRANDE PAROLA così stabilisce.

È allo stesso tempo interessante segnalare che la sfera bianca è piena di luce e contiene un piccolo triangolo dal quale spuntano radiazione ugualmente luminose. Questo triangolo  in tale sfera bianca rappresenta le tre forze primarie della creazione: SANTO AFFERMARE, SANTO NEGARE e SANTO CONCILIARE. Tuttavia, nella sfera di destra (che è oscura) apprezziamo soltanto cose torbide, tenebrose, confuse, ecc. per segnalarci che nel mondo dell’ignoranza regna solamente il CAOS.

Più in basso possiamo apprezzare due ali. Dalla sfera di sinistra vediamo apparire ALI BIANCHI ANGELICHE. Al contrario, dalla sfera di destra vediamo spuntare ALI NERE, indicative di voli infraumani, viaggi non celestiali, ecc. ecc. ecc. Quelle sono le antitesi che si combattono incessantemente mentre si svolge il GIORNO COSMICO.

È curioso segnalare che queste ALI alle quali abbiamo fatto riferimento sono collegate a due lettere dell’alfabeto greco, ossia: la lettera O che a sua volta racchiude la lettera A. La lettera A rappresenta l’inizio di ogni obiettivo materiale o spirituale. È conosciuta con il nome di ALPHA. L’altra lettera, che compone un circolo, è la lettera chiamata nell’alfabeto greco OMEGA. Entrambe le lettere stanno qui per indicarci che DIO è l’inizio e la fine di tutto il creato nella manifestazione tridimensionale. Per tal motivo, al di sopra di entrambe le lettere appare la parola FIAT, ‘SI FACCIA’, segnalandoci con questa espressione «CHE SI FACCIA LA CREAZIONE»…

Non possiamo tralasciare di apprezzare il circolo costituito da una serie di cifre che vanno dal numero 1 al numero 12. Questi numeri rappresentano le dodici ore di Apollonio di Tiana. Ciascuna di queste ore rappresenta una fatica dell’Ercole della mitologia greca. Sono dodici fatiche metafisiche che si devono portare a termine quando un’anima vuole abbandonare la creazione per fondersi con la divinità TOTALE. In tali fatiche o traversate quell’anima deve scendere negli inferi dei dodici pianeti del nostro sistema solare e, posteriormente, ascendere per conquistare i dodici cieli dei suddetti pianeti.

Non possiamo perdere di vista lo spazio che inglobano quelle cifre che abbiamo appena commentato. In esso vediamo risplendere un sole che invia i suoi raggi verso la terra, e nella parte inferiore di tale spazio possiamo contemplare una luna nel quarto calante. Questi simboli (sole e luna) sono, alchemicamente, le due polarità alchemiche uomo-donna, che dovranno lavorare con il mistero della croce.

Ma ecco qui, apprezzati lettori e lettrici, che in questo spazio ci vengono mostrate due croci. La croce del lato destro è rappresentativa del FALSO CRISTIANESIMO, che vede in essa soltanto un simbolo morto che ricorda la crocifissione del Gran Kabir di Galilea. Perciò su questa croce appaiono le parole BosheitVerstockung, entrambe significative di ‘MALIZIA’ e ‘OSTINAZIONE’. Perché? RIPOSTA: perché finché la Coscienza umana rimane legata o infiascata all’interni dell’IO (ossia L’EGO ANIMALE), saremo sempre trascinati dalla malizia e dall’ostinazione dell’IO. Questa è la ragione per cui il nostro Patriarca (V.M. Samael Aun Weor) ci parlava sempre dell’OSTINATO EGO, soprattutto nella sua opera postuma LA PISTIS SOPHIA SVELATA…

Tuttavia, nella croce di sinistra apprezziamo altre parole che ci dicono BUSZE e VERGEBUNG. Ciò va tradotto come ‘PENITENZA’, ‘SANZIONE’, ‘PENTIMENTO’ e ‘PERDONO’. Questo corrisponde ai sacrifici coscienti e patimenti volontari praticati dai conoscitori del POTERE DELLA CROCE (alchemica). Indubbiamente coloro che lavorano nell’ARCANUM MAGNUM A.Z.F., simbolizzato nella croce, raggiungono il pentimento, la penitenza e il perdono di tutte le loro iniquità psichiche, poiché le forze psicoalchemiche sono le uniche energie capaci di ottenere il miracolo della nostra trasformazione.

È bene segnalare che il sole che apprezziamo all’interno di questo circolo che stiamo commentando è accompagnato da una frase che recita VON EINER KRAFFT, il che va tradotto come ‘DA UN POTERE’… Che significa? RISPOSTA: dalla croce ben compresa promana il POTERE della NOSTRA SALVAZIONE. Perciò tale frase si trova vicino al legno attraversato di quella croce e, allo stesso modo, vicino alle emanazioni del sole al quale ci siamo riferiti in paragrafi precedenti. Quando un uomo e una donna si uniscono per creare anima, tale creazione è possibile perché si lavora con l’energia solare che sgorga dall’unione del LINGAM-YONI TANTRICO.

Questa frase che abbiamo appena spiegato sarebbe connessa con un’altra che appare al suolo, tra le due croci, e che ci dice: AUS EINEM SAFFT, che va inteso come ‘DA UN LIQUIDO’… Siamo giunti qui a un punto molto interessante, poiché se unissimo le frasi VON EINER KRAFFTAUS EINEM SAFFT, otterremmo allora quanto segue: «DA UN POTERE DI UN LIQUIDO». Quale liquido? Risposta:  il liquido seminale che non dobbiamo mai perdere, in quanto staremmo cadendo nella FORNICAZIONE. Così, dunque, si capisce che per uscire dalla ruota del tempo ed entrare nell’ETERNITÀ abbiamo bisogno, senza alcun dubbio, di aderire ai misteri della croce. Fu questo il motivo per cui il nostro Venerabile Patriarca, verso gli anni cinquanta, intitolò uno dei suoi primi opuscoli IL POTERE SI TROVA NELLA CROCE

Concludiamo la nostra descrizione analizzando due frasi che appaiono alla base della nostra incisione. La prima, alla destra dell’incisione, alla base, recita così: GEHET HIN ZUM SERVERGRUBE, che va tradotto in questo modo: ‘Vedi lì il fosso del servo’. Ciò significa che, se non ami la luce, il tuo destino finale sarà il fosso che è preparato per le anime perdute.

E, d’altra parte, alla base della nostra incisione, sul lato sinistro, troviamo: KOMMET HER ZUM GNODEN STUH, e significa: ‘Vieni qui al propiziatorio’. Devo chiarirvi, amici e amiche, che l’atto propiziatorio, teologicamente parlando, era segnalato dall’arca dell’alleanza. Tale arca mostrava due Cherubini che si toccavano con le ali mantenendo stese le braccia. lo gnosticismo ha sempre affermato contundentemente che dentro a quell’arca si trovavano le Tavole della Legge mosaica, la verga di Aaronne e il calice della redenzione. La verga allegorizza la forza virile, il calice rappresenta la yoni femminile e le Tavole della Legge ci avvertono che tutto questo atto propiziatorio, effettivamente, era il solo atto che attraeva la divinità verso il genere umano, e perciò doveva essere realizzato solamente in accordo con la Grande Legge, cioè senza adulterii né fornicazioni…

Alcuni autori hanno considerato che il propiziatorio fosse il tappo o coperchio dell’arca del patto. Era, secondo loro, lavorato in un unico pezzo d’oro, con due Cherubini agli estremi che estendevano le ali sopra di esso e lo coprivano. Alcuni storici considerano che significasse il trono di Cristo (la sua gloria si manifestava tra i due Cherubini) e che fosse il luogo e l’atto mediante il quale si otteneva la riconciliazione con Dio. Questa frase ha un po’ di profondità e di verità, in quanto solo mediante l’atto propiziatorio le forze cristiche si manifestano tra gli uomini.

La propiziazione è un concetto della teologia cristiana tradotto dal termine greco hilasterion, che significa letteralmente ‘quello che espia o propizia’, ‘il dono che procura la propiziazione’ o ‘luogo o mezzo di riconciliazione’. Un’altra parola greca, hilasmos, si usa per designare Cristo come propiziazione dell’uomo. Il dizionario riporta che propiziazione è una «Azione  gradita a Dio con cui lo si muove a pietà o misericordia» o un «Sacrificio che si offriva nella legge antica per placare la giustizia divina e avere Dio propizio».

Vi consegno ora, pazienti lettori/rici, alcune frasi per la riflessione:

«Quel che il cielo ha ordinato che avvenga non c’è premura né saggezza umana che lo possa prevenire». Cervantes

«Cedi alla provvidenza». Virgilio

«Alla provvidenza piace essere tentata. Questo è il segreto dell’uomo che trionfa». Bernard Shaw

«Quando manca il favore di Dio, le incombenze sono superflue». Santa Teresa

«C’è sempre una provvidenza che ci ispira ad alleviare le più urgenti necessità dei nostri simili». Goethe

MORS CERTA, HORA INCERTA. ‘La morte è certa, l’ora incerta’─.

Kwen Khan Khu