Tutti gli scritti teosofici del benedetto e illuminato Jacob Böhme

Des gottseligen hocherleuchteten iacob bohmen alle theosophische schrifften

Des gottseligen hocherleuchteten iacob bohmen alle theosophische schrifften 850 480 V.M. Kwen Khan Khu

Carissimi/e amici/che

Vi consegno il messaggio contenuto in questa incisione appartenente al frontespizio del libro chiamato…

…DES GOTTSELIGEN HOCHERLEUCHTETEN
IACOB BOHMEN ALLE THEOSOPHISCHE SCHRIFFTEN

(Tutti gli scritti teosofici del benedetto e illuminato Jacob Böhme)

Jacob Böhme (1575-1624) fu un mistico tedesco. Calzolaio di professione, non ebbe accesso alla formazione accademica e acquisì le conoscenze della sua epoca in maniera autodidattica. Lasciò un’estesa opera filosofica e religiosa che lo rese famoso ben al di là del mondo di lingua tedesca. Dato che utilizzò esclusivamente la lingua tedesca al posto del latino, è considerato il philosophus teutonicus.

Bisogna dire che Jacob Böhme fu un filosofo teutonico e il suo trattato venne pubblicato nel 1682. Si crede che il disegno fu fatto da Dyonisius Andreas Freher, uno scrittore tedesco che visse tra gli anni 1649 e 1728 e fu amante delle opere di Jacob Böhmeb.

Per cominciare la nostra descrizione,  dobbiamo fissare la nostra attenzione, prima di tutto, sulla parte superiore dell’incisione. In questa sua sezione appare davanti a noi un circolo radiante che contiene una corona, al di sotto della quale appare l’occhio dell’Onnipotente e al di sopra di questo una corona rappresentativa dell’onniscienza del Creatore. Attorno a quanto prima descritto appaiono sei stelle che formano un circolo, che in realtà è completato da un ramo di alloro e un bastone di comando, entrambi simboli di potere e gloria.

In seguito ci troveremo tra due circoli, all’interno dei quali si trovano cifre che vanno dal numero 1 fino al 12. Bisogna evidenziare che il numero 1 si trova posto sul ramo di ulivo e sul bastone di comando perché la suprema unità È L’INIZIO E LA FINE DI TUTTO L’ESISTENTE. I numeri che vanno dall’1 al 12 allegorizzano le dodici ore di Apollonio di Tiana. Poche persone hanno capito tali ore in quanto racchiudono il Cammino Segreto che, grazie alla misericordia divina, nelle sue opere ci rivelò il benedetto Maestro Samael Aun Weor.

I due circoli rappresentano l’eternità il primo e il tempo il secondo. Nell’eternità abitano gli esseri liberati e nel tempo abitano le umanità che devono trovare l’uscita dal labirinto che le loro esistenze costituiscono.

In seguito dobbiamo osservare una tromba che comincia come un fiore di giglio (simbolo delle tre forze primarie della creazione) e finisce, certamente, come la bocca di una tromba. Che significa tutto ciò? Risposta: la gloria di Dio è lo stesso verbo che mette in marcia la sua opera: la creazione.

Inoltre, al centro della nostra incisione troveremo un altro circolo radiante dentro al quale di trova, giustamente, la Stella di Salomone. Nel centro di tale stella torneremo a trovare nuovamente l’occhio della divinità. Perché? Risposta: per prima cosa, quell’altro circolo radiante riunisce quelli che sono stati capaci di raggiungere il trionfo della Grande Opera filosofale (la Pietra Filosofale), e questo è ciò che simboleggia la Stella di David o Sigillo di Salomone. Tuttavia, l’occhio divino lì presente allegorizza l’ESSERE già incarnato nei trionfatori dell’opera interiore. In questo modo il divino si è reso umano e l’umano si è reso divino, quello è il mistero dell’Autorealizzazione Intima del nostro ESSERE in noi.

Nel secondo circolo dall’alto verso il basso possiamo apprezzare le lettere dell’alfabeto, simbolo di tutte le lingue del mondo. Dobbiamo tuttavia distinguere che la lettera A appare costituita da un triangolo tracciato come se fosse una cosa energetica e, allo stesso modo, le lettere V ed E. Queste tre lettere costituiscono la parola AVE. Ma, d’altra parte, possiamo visualizzare le lettere IO, il che ci ricorda la nostra santissima Madre interiore, mille volte simboleggiata dalle lettere IO. Possiamo apprezzarlo nella parole RAM-IO, che è il modo gnostico di invocare mantricamente la nostra Divina Signora: Devi-Kundalini.

Risulta necessario qui avvertire tutti voi, stimati/e lettori/rici, che la sillaba IO è anche il simbolo del RA egizio, costituito da un circolo che porta al centro un punto, e tale disegno allegorizzava il Fuoco solare, poiché si tratta del lingam inserito dentro alla yoni, ossia l’IO.

Posteriormente vediamo una spada fiammeggiante che invia fuoco sulla terra. Quella spada è l’espressione del Fuoco universale della stessa divinità che cerca di risvegliare inquietudini tra le società umane, in altre parole, mentre tenta di provocare il RELIGARE dell’uomo con la propria identità originale (cioè l’ESSERE).

Vi regalo ora alcune frasi per rifletterci:

«Difendere o negare i nostri difetti quando veniamo ripresi è aumentarli». La Rochefoucauld

«Il difetto è un mostro che non procrea». Pitagora

«Chi sopporta i miei difetti è mio padrone, sebbene sia un mio servo». Goethe

«Chi conosce i propri difetti è molto vicino a correggerli». Aristarco

«A volte costa molto di più eliminare un solo difetto che acquisite cento virtù». La Bruyére

SUB SPECIE AETERNITATIS. ─‘Dalla prospettiva dell’eternità’─.

KWEN KHAN KHU