Lettori e lettrici molto amati,
Nobili amici, vi faccio giungere questa nuova incisione che ha per titolo…
… EPISTOLA O LETTERA A UN’ANIMA AFFAMATA E ASSETATA. IL DIAVOLO CONVINCENTE.
Cominciamo col dire che questa incisione è la copertina di un libro con lo stesso titolo che prima abbiamo enunciato e che fu elaborato dall’illustre Jacob Böhme, che visse tra gli anni 1575 e 1624.
L’autore inviò questo dialogo tra un’anima affamata, il diavolo e un’anima illuminata direttamente a un destinatario. Il destinatario era Siegmund Johann von Schweinichen, uno dei suoi patrocinatori.
Dobbiamo avvertire i nostri cari lettori/trici che il diavolo al quale l’autore si riferisce in questa incisione è lo stesso Lucifero, o «l’ombra del Cristo intimo» che commentiamo nei testi gnostici.
Quando il libro inizia, Jacob Böehme dà voce all’anima affamata e questa allora dice:
«Se avessi conoscenza della natura e delle creature, vorrei dominare il mondo».
Al que il diavolo rispose:
«La ragione di tale conoscenza è in te. Semplicemente cambia la tua volontà da Dio alla natura e alle creature, allora apparirà in te il desiderio di tale sapore, allora potrai mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male, allora saprai tutto».
È ovvio che il paragrafo anteriore fa riferimento alla tentazione che le anime subirono nel paradiso terreno, secondo le Sacre Scritture, il che scatenò la nascita dell’Ego e le sue terribili conseguenze fino ai giorni nostri.
Misteriosamente, l’autore, Jacob Böhme, mescola ciò con la mitologia greca per dirci:
«Quando questo avvenne, Vulcano accese la ruota di fuoco dell’Essenza e tutte le qualità della natura si risvegliarono nell’anima e si introdussero nella sua stessa brama e desiderio… Era un verme come i serpenti di fuoco che il diavolo le presentava a sua immagine, ed iniziò a reggere la terra in modo animalesco»…
Nei caratteri precedenti ci si sta parlando di quei remoti istanti in cui si mise in marcia la caduta angelica della quale parlano le teogonie di molti popoli, e, specificamente, quel che ci commentano le Sacre Scritture cristiane. Lo Gnosticismo millenario, però, ha sempre conosciuto i dettaglia di tutto quel dramma, e oggi, in pieni secoli XX e XXI, il V.M. Samael Aun Weor ci ha svelato chiaramente che cosa avvenne realmente nel mezzo di tutta questa terribile tragedia.
Per gli amanti della Gnosi non è un segreto che quella «ruota di fuoco delle Essenze» erano le correnti elettriche-erotiche che si misero in marcia grazie al lavoro teurgico dell’Angelo Sakaki e della sua sacra commissione milioni di anni fa. Ciò occasionò che le anime «innocenti» conoscessero il peccato della fornicazione e si identificassero con la creazione, con la natura, cioè che restassero prigioniere di maya (ossia dell’illusione), Così, in tal modo, la progenie umana cominciò a reggere la Terra in modo animalesco, poiché l’IO è grottesco, bruto, animaloide e sa solamente compiere sbagli.
Gli storici e teologi si interessano al modo di parlare del diavolo, poiché, secondo loro, il diavolo parla come un seduttore, non a Eva nel paradiso, bensì utilizza una ragione similare al modo di pensare dei tempi secolari. È chiaro che Jacob Böhme adattò nella sua opera quelle millenarie parole della Genesi per tentare di avvicinare il dramma agli esoteristi di allora e dei giorni nostri.
Insieme a tutto ciò, ci viene detto che il diavolo utilizzò argomenti come questi:
«La morte crudele del figlio di Dio sulla croce paga il castigo per i crimini umani e ciò è sufficiente».
Dice quindi il Diavolo:
«Perché sei preoccupato? Guarda il mondo come vive con allegria, continuerà ad essere felice: Cristo pagò per tutte le persone e fece a sufficienza; puoi soltanto consolarti che sia successo, allora sarai felice. Non puoi raggiungere la sensibilità divina qui in questo mondo, lasciati solo portare e preoccupati del corpo e della gloria temporale. Ecco, ora sei forte, grande e nobile, adoperati per diventare più grande, più ricco e più potente, usa la tua arte e la tua intelligenza affinché tutti ti temano, allora avrai una grande reputazione e fama nel mondo»…
E aggiunse il diavolo:
«Perché sarebbe necessario il riscatto se viviamo in un mondo secolare, bello e pieno di allegria?
È necessario cercare l’autosufficienza attraverso la ricchezza: guarda il bel mondo in cui Dio si creò e si fece signore di tutte le creature per governalo: raccogli per te le ricchezze del tuo matrimonio in modo da non avere più necessità del mondo quando arriverà la vecchiaia e la tua fine».
Il diavolo postillò:
«Ogni peccatore pentito può essere accettato da Dio, senza che importi il momento, se soltanto si pente».
E segnalò:
«Il peccatore può prendersi il suo tempo, comportarsi come un tiranno e mostrare rimorso solamente poco prima della morte per raggiungere la felicità che gli assicura lo stare in cielo. In un bel mondo, il malinconico [chi contempla] è uno sciocco. Che cosa credi che ti succederebbe se diventassi malinconico [contemplativo]? Allora saresti lo sciocco di tutti e vivresti in una tristezza vana, che non piace né a Dio né alla natura…».
Bisogna dire, amici e amiche, che l’elogio del diavolo alla vita diventa fragile solo quando dubita della bellezza di questo mondo nella guerra, la più crudele che l’Europa Centrale aveva visto fino a quel momento: la guerra dei Trenta Anni.
Se analizziamo le parole del diavolo esposte da Jacob Böhme nel suo trattato, possiamo constatare che, effettivamente, le religioni morte, nel loro affanno di voler mantenere le moltitudini tra il novero dei propri fedeli, hanno ripetuto per secoli precisamente le parole del gran PRESTIGIATORE (cioè dell’Io); l’Ego, l’Io, che cerca di convincere le Coscienze, le Anime, che realmente tutto ciò che visse il V.M. Aberamentho cancellò i peccati del mondo… Ma in realtà quel che il V.M. Aberamentho venne a mostrarci è il dramma che, saggiamente interpretato, può concedere la liberazione alle anime assetate di luce e che siano disposte ad applicarsi i TRE FATTORI DELLA RIVOLUZIONE DELLA COSCIENZA.
Sono in molti a pensare che, nonostante siamo stati gangster, omicidi, ladri, criminali ecc. ecc. ecc.., con un semplice pentimento prima di morire andremo direttamente nei cieli di Coscienza o mondi superiori. Grossolano errore! Dio, l’ESSERE, non è un idiota che convinceremo con qualche lacrima e colpo di petto!! Queste persone ignorano l’esistenza degli Arconti del Destino e i desiderata della Grande Legge Divina. Ciò è pura ignoranza. Non sanno nulla di quel che chiamiamo karma e dharma ecc. ecc. ecc.
L’Io ci mostrerà sempre miraggi durante la nostra vita. Ci farà sempre credere che arriveremo ad essere ricchi, famosi, felici ecc. ecc., anche quando commettiamo vari soprusi durante la nostra permanenza in questa esistenza. E nella mente di molti ignoranti esiste l’idea secondo la quale non abbiamo bisogno di essere riscattati da niente né ad opera di nessuno, quella è la filosofia dell’IO.
È molto interessante il fatto che, a metà del testo di quell’opera, appaiano le parole di un’anima illuminata, la quale dice:
«Non devi fare niente [per ritornare], se non abbandonare la tua volontà [egoica], le tue proprie comodità e le tue cattive qualità si debiliteranno, e se ti azzardi a morire, ti immergerai con la tua volontà nuovamente nell’UNICO, è da lì che veniste in principio».
Le frasi allusive all’anima illuminata fanno diretto riferimento ad abbandonare la volontà dell’Io e a lottare contro le nostre debolezze (gli Io), per integrarci poco a poco nell’UNITÀ primordiale dalla quale siamo promanati.
Tale anima aggiunse poi:
«Seguii il tuo consiglio e così ottenni la vista della dolcezza divina. Ma si è di nuovo allontanata da me e ora sono abbandonata e in grande tentazione da fuori, di fronte al mondo, tutti i miei buoni amici mi lasciano e si burlano di me. Inoltre io sono sfidato da dentro dalla paura e dal dubbio, e non so cosa fare adesso».
Indubbiamente, stimato/a lettore/trice, quando si tratta di vivere il Cammino Segreto ci sentiremo più e più volte abbandonati e sottomessi a grandi tentazioni dentro e fuori di noi. È anche molto vero che, quando vogliamo ritornare dal Padre, il mondo (amicizie, familiari, amici ecc. ecc.) ci darà le spalle perché non saremo coinvolti nelle baldorie e nemmeno ne condivideremo i sogni e le fantasie.
E aggiunse l’anima illuminata:
«Ora mi piaci. Allora adesso il nostro amato Signore il Cristo percorre con me e in me la sua peregrinazione sulla Terra… Quest’anima tribolata ha iniziato ora il suo corso sotto la pazienza di Cristo ed è entrata con speranza nella fiducia divina, ed è diventata potente e ogni giorno più forte, e le sue cattive tendenze [gli aggregati psicologici] si sono estinte sempre di più dentro di lei… Si è stabilito un gran Regno di Grazia, e le si sono aperte le porte della rivelazione divina, e si è rivelato in lei il Regno dei Cieli».
Andiamo ora, inclito/a lettore/trice, alla descrizione di questa bella incisione.
Per prima cosa abbiamo davanti agli occhi il suo titolo: Conversazioni tra anime illuminate e non illuminate.
In seguito osserviamo, in modo più o meno sfumato, la parola PARADEIS, che, molto probabilmente, proviene dalla parola greca PARADEISOS e che va tradotta come ‘Giardino dell’Eden’. Ovviamente, tale giardino è costituito dalle dimensioni superiori del cosmo, dove regna il profumo e la bellezza del Creatore.
La parola succitata si trova racchiusa in semicircolo. Nella parte inferiore di esso troviamo una croce e nel centro di essa un triangolo. Tale triangolo allude alle TRE FORZE PRIMARIE DELLA CREAZIONE che si manifestano nella creazione stessa. La croce ci parla dell’immenso potere che racchiude, poiché è grazie ad essa che si porta a termine il miracolo dell’incrocio delle energie maschili e femminili in modo che sorga la vita.
Le forze di cui abbiamo parlato prima sono ricevute dalla colomba dello Spirito Santo, che è chi le riparte nella matrice cosmica o Mulaprakriti degli indostani. Ella è la rappresentazione del Terzo Logos cabalistico, il gran riconciliatore e il gran purificatore. Perciò lo Spirito Santo si trova a formare parte di un gran circolo o ouroboros greco, Serpens qui caudam devoravit, o ‘serpente che divora la propria coda’. Tale simbolo ha sempre rappresentato la saggezza della Grande Opera, tuttavia è bene segnalare che, in questo caso, la testa di questo serpente è simile a quella di un drago, poiché è risaputo da tutti noi che tale personaggio mitologico è lo stesso Lucifero tentatore che consegna i suoi poteri e segreti solo a coloro che sono riusciti a vincerlo nella dura fatica iniziatica… Il fatto significativo che vediamo la colomba dentro ad una parte del circolo formato dall’ouroboros e l’altro semicircolo superiore è per indicarci che soltanto con l’energia dello Spirito Santo (cioè con l’Ens Seminis) possiamo raggiungere il regno dei cieli, il regno della Coscienza superlativa.
All’interno del circolo che l’ouroboros forma possiamo osservare un OCCHIO che versa una lacrima. Quest’occhio simboleggia le anime incatenate alle sofferenze del Samsara, l’umanità imprigionata tra le passioni che le provoca l’EGO ANIMALE. Tali passioni sono descritte in tedesco antico all’interno del circolo che l’ouroboros forma, vediamo:
A sinistra della colomba troviamo la parola Zorn, che si deve interpretare come ‘IRA’, e, allo stesso modo, quest’altra: Fewer, che va letta come ‘FUOCO’.
A destra dell’uccello sacro troviamo la parola Hoffart, che dobbiamo interpretare come ‘ORGOGLIO’, ‘SUPERBIA’, e anche quest’altra: Lufft, che significa ‘ARIA’.
Sotto all’occhio, a sinistra, possiamo leggere: Neidt, che va interpretato come ‘INVIDIA’, accompagnata da quest’altra: Wasser, che significa ‘ACQUA’.
E ugualmente, sotto al grande occhio, a destra, vediamo la parola Beitz, allusiva alla ‘CUPIDIGIA’, accompagna da quest’altra: Erde, che si deve interpretare come ‘TERRA’.
È interessante vedere le parole rappresentative dei difetti umani accompagnate da altre che rappresentano i quattro elementi. Per nessuno è un segreto che l’IRA provoca i grandi incendi collerici dell’umanità. Ricordiamo la Prima e la Seconda Guerra Mondiale che il nostro mondo ha sofferto. Allo stesso modo, l’ORGOGLIO gode ad essere sfarzoso e ad essere ammirato dalle moltitudini come il vento che trascina i popoli quando si scatenano gli uragani. Ugualmente l’INVIDIA gode a nuotare in tutte le acque, in tutti gli ambienti, ed è come l’umidità, che si infila dappertutto. E, finalmente, la CUPIDIGIA è la causa di moltissimi abusi tra le creature umane, in quanto le persone vivono competendo per voler essere migliori (materialmente) dei loro simili. Tutto ciò è la grande tragedia in cui viviamo noi umanoidi di questo triste pianeta. E a questo si deve che il fatto che il circolo che costituisce l’ouroboros sia pieno di fuoco, poiché il nostro genere umano è lungi dall’abbandonare la Ruota del Samsara e dall’essere divorati dalla saggezza…
Vi regalo ora alcune frasi su cui riflettere:
«L’ipocrisia è un vizio alla moda, e i vizi alla moda sono sempre passati per virtù».
Moliere
«L’ipocrisia verso sé stessi è il peggiore dei vizi perché non lascia spazio al pentimento».
Madame Swetchine
«L’ipocrita è lo spaventoso ermafrodita del male».
Victor Hugo
«Gli ipocriti non servono Dio, ma si servono di Dio per ingannare i propri simili».
Balzac
«Il vizio più vergognoso di tutti, per me, è camuffare i propri sentimenti».
Eschilo
TEMPUS EDAX RERUM.
─‘Il tempo è divoratore delle cose’─.
KWEN KHAN KHU