Molto amati amici e amiche:
Mi avvicino a voi per farvi giungere questa incisione che ha per titolo…
… EPIMETEO APRE IL VASO DI PANDORA
Quest’opera d’arte appartiene a Giulio Bonasone, pittore italiano che fu attivo tra gli anni 1531 e 1576. Questo pittore visse a Roma e a Bologna (Italia).
Prima di tutto, cari/e amici/che, permettetemi una breve rassegna storico-mitologica riguardo a questa incisione.
Una variante del mito dice quanto segue:
«Epimeto fu uno dei titani della mitologia greca. In greco, il suo nome significa ‘pensiero che arriva troppo tardi’ o ‘colui che pensa dopo aver fatto qualcosa’, a differenza di Prometeo, ‘colui che pensa prima di attuare’.
Dopo che gli olimpici crearono gli animali e gli uomini, Zeus incaricò Prometeo ed Epimeteo della distribuzione dei doni celesti ai nuovi esseri. Assumendo tutto il compito, Epimeteo sciupò i regali negli animali senza lasciare niente per gli uomini, che così rimasero indifesi nella lotta per la vita. La situazione fu salvata da Prometeo, che rubò il fuoco di Efesto e l’intelligenza di Atena per il popolo.
Infuriato per l’audacia di Prometeo, Zeus utilizzò Epimeteo per vendicarsi. Egli, sedotto da Pandora, la donna modellata da Efesto e rifiutata da Prometeo, commise l’imprudenza di aprire il vaso che ricevette come regalo di nozze dagli Dei, stendendo così tutti i sentimenti e i vizi umani per il mondo».
Come bene lo espresse Mircea Eliade in una della sue opere: «La mitologia è la vera storia, perché dietro ad essa si trovano le autentiche realtà, ma espresse in maniera enigmatica». Questa incisione è uno degli esempi di cui parla l’autore romeno.
Il grande Zeus della mitologia greca è l’equivalente per noi, amanti della Gnosi, di quello che chiamiamo Theomegalogos. Indubbiamente è Egli ad aprire e chiudere la creazione. O, detto in altro modo, è il Theomegalogos che apre o chiude un Maha-Manvantara. Quando si commenta, in relazione a questa incisione, che Epimeteo consegnò tutti i doni che il santo Theomegalogos voleva distribuire tra gli animali e gli esseri umani e che, per disattenzione, Epimeteo consegnò i suddetti doni soltanto agli animali, lasciando gli uomini indifesi di fronte alla vita, si allude agli errori che commettono i Cosmocratori nell’aurora della creazione.
Siccome il divino Themegalogos entrò in incertezze, Prometeo rubò il fuoco ad Efesto (o Vulcano) e l’intelligenza a la dea Atena, volendo salvare l’umanità. Tuttavia, di fronte a questa situazione o audacia di Prometeo, Zeus, allora, torna a sollecitare Epimeteo di intervenire per sistemare l’errore che era stato commesso prima. Quest’ultimo si unisce a Pandora (una donna che era stata fabbricata da Vulcano).
E siccome gli Dei avevano dato come regalo di nozze ad Epimeteo un vaso pieno di virtù e vizi, Epimeteo commette l’errore di aprire il suddetto vaso (mostrato qui come un’anfora), ed è per tale ragione che vediamo spuntare da quell’anfora una serie di virtù. Perché vediamo solamente virtù? Perché all’inizio del Maha-Manvantara l’umanità gode degli attributi sacri con contengono le virtù. Più tardi, quando avviene la caduta angelica, allora si stabilisce nell’anima degli esseri umani il dualismo tra il bene e il male, tra le virtù e il vizio.
Tutti sappiamo mitologicamente, Prometeo rappresenta il nostro Lucifero interiore. Perciò è quello che ruba il fuoco a Vulcano e l’intelligenza alla dea Atena. Con quei due ingredienti ovviamente il genere umano potrebbe autorealizzarsi. Tuttavia la Gnosi ci dice che gli Arconti non vogliono che l’umanità sia libera e perciò preferiscono che le masse umane restino impigliate nel Samsara o ruota di fatalità degli indù.
Bisogna capire, allo stesso modo, che la donna fabbricata da Efesto, o Vulcano, non è altra cosa che la rappresentazione mitica del lavoro nella Forgia di Vulcano (la sessualità) da parte dei Cosmocratori all’inizio del Maha-Manvantara. Ognuno di essi, nel suo Tempio Cuore (ci dice la Gnosi), realizzò una copula sacra con la sua controparte Buddhica e da tale copula apparve l’Archè cosmica dalla quale sarebbero sorte le future umanità…
Tra le virtù che possiamo osservare emergere dal vaso di Pandora ci sono le seguenti:
- LIBERTAS (la libertà).
- CLEMEN O CLEMENTIA (clemenza).
- FORTITVDO ─fortaleza─.
- LAETITIA (letizia).
- AEQUITAS (equità).
- FELICITAS (felicità).
- PAX (pace).
- CONCORDIA (concordia).
- SALVS (salute).
- VIRTVS (virtù).
- SPES (speranza).
È bene che tutti voi sappiate, stimati/e lettori/rici, che Epimeto significa ‘pensiero che arriva tardi’. Perciò è quello che poi cerca di rimediare il propri errore. Questo ci ricorda un po’ quella storia che la Gnosi ci spiega riguardo il cattivo uso del fuoco sessuale da parte dell’umanità lemuriana (propiziato dall’Angelo Sakaki), e la riparazione di un simile torto da parte dell’Angelo Loisos. Questi sono i desiderata che si trovano dietro a tutte le innumerevoli leggende mitologiche.
Vi consegno ora alcune frasi su cui riflettere:
«Freddo e insipido è il conforto quando non è avvolto in qualche rimedio». Platone
«Se non esistesse la luna non so cosa ne sarebbe dei sognatori, perché il raggio di luna entra nell’anima triste in tal modo che, sebbene la rattristi maggiormente, la inonda di conforto: un conforto pieno di lacrime, come la luna ». Rubén Darío
«Quando non feriscono disgrazie reali, il conforto più efficace, sebbene derivato dalla stessa fonte dell’invidia, sarà la contemplazione di sofferenze più grandi delle nostre, e a fianco a ciò, la frequentazione assidua delle persone che si trovano nel nostro caso, dei nostri compagni di sventura». Schopenhauer
«Conforto è una parola assurda; chi non può disperare non deve vivere». Goethe
«Il male, comunicato, migliora». Garcilaso de la Vega
ITA EST VITA HOMINUM. ─’Così è la vita degli uomini’─.
KWEN KHAN KHU