Ma a che cosa ci riferiamo quando trattiamo la questione dello STATO DI GRAZIA? Senza dubbio ci riferiamo alla ricerca della salvazione della nostra anima o dei valori che la riguardano, quello è trovarsi in stato di GRAZIA.
L’incisione in questione venne elaborata da Jacob Böhme (1575-1624) in una delle sue opere postume. Per molti dei ricercatori questo libro è considerato uno dei suoi scritti più difficili.
Amici e amiche molto cari,
con immensa allegria, amici e amiche, vi faccio giungere la presente incisione che ha per titolo “I tre principii della manifestazione divina”
Tale incisione, “Ercole al bivio”, esotericamente, allude alla decisione che ogni aspirante a UOMO SOLARE deve prendere, in altre parole, a ogni Bodhisattva che, avendo già innalzato i suoi sette Serpenti di Fuoco, deve decidersi chiaramente tra la Via Secca dell’alchimista o la Via Umida dell’arte trasmutatoria.
Vi consegno ora il messaggio contenuto in questa iscrizione appartenente al frontespizio del libro chiamato “Tutti gli scritti teosofici del benedetto e illuminato Jacob Böhme”
Quest’opera d’arte appartiene a Giulio Bonasone, pittore italiano che fu attivo tra gli anni 1531 e 1576.
Come bene lo espresse Mircea Eliade in una della sue opere: «La mitologia è la vera storia, perché dietro ad essa si trovano le autentiche realtà, ma espresse in maniera enigmatica».
In questa opportunità voglio mostrarvi una scultura antichissima che risponde al nome di Glykon.
In quest’opera artistica si può apprezzare una fanciulla (una Isis o sacerdotessa) che compie le sue purificazioni di fronte al fuoco che arde in un recipiente e che è collegato a dei raggi luminosi che vengono dal cielo.
In essa si apprezza che, certamente, questi artisti, indipendentemente dal fatto di essere grandi esponenti dell’arte, avevano grandi inquietudini mistiche sul destino dell’uomo nella sua permanenza sulla terra. Perciò, il titolo di questa incisione è, secondo l’artista…
Mi avvicino a tutti voi per farvi giungere una descrizione gnostica della presente incisione che corrisponde a un libro chiamato MISTERIUM MAGNUM, del mistico tedesco Jacob Böhme (1575-1624), e che fa riferimento a “Gesù e Mosè”